Il problema, trovare la giusta palette di colori per la gallery di Instagram. Lo ammetto, Instagram è il mio social network preferito, associare parole ad immagini è una cosa che mi piace molto, lo trovo uno strumento di comunicazione potente che va, ovviamente, gestito, ponderato, studiato.
È chiaro che c’è una netta differenza tra chi usa Instagram per lavoro (ebbene sì, si tratta di un lavoro se fatto seriamente) e chi invece lo fa solo per condividere alcuni momenti della propria vita con amici e conoscenti. Nel primo caso c’è una cura quasi maniacale del profilo, nel secondo uno spontaneo feed dall’aria molto familiare. Cosa succede, capita – non sempre ma capita – che il secondo riceva molto più riscontro del primo, studiato a tavolino. Come mai? Perché la gente che arriva sul secondo profilo sente la storia raccontata dalla protagonista come vera e non importa se le foto sono imperfette e non hanno tutte lo stesso filtro, se non sono passate sotto tre App diverse (spesso davvero inutilmente). Il racconto, le emozioni che suscita, resta la cosa più importante.
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Come trovare il proprio “tema” su Instagram
Devo ammettere che seguo anche molti profili ben fatti, cioè di quelli che ogni foto sembra uscita da una galleria d’arte moderna o che hanno un mood che mi fa sognare. In quel caso chi da deciso di dare un “tema” alla sua gallery ha colpito nel segno. Mi spiego meglio. Se l’intento, ad esempio, delle foto è trasmettere uno stato di dolce melanconia e l’autrice degli scatti usa determinate luci, set o filtri, per riuscirci, per valorizzare le sue foto, allora ha un senso. Sempre più spesso invece, capita che lo studio a tavolino del profilo, renda tutto più piatto, meno emozionale.
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Non occorre essere perfetti per essere seguiti, non occorre essere gli altri per essere seguiti, occorre essere se stessi. (questa è mia! rido).
Qui è quando mi avvicino al mood autunnale, senza filtri, con foto fatte da me, giocando con la palette di colori che ho scelto
Forse la cosa più difficile da fare. Essere se stessi. Trovare un proprio “tema”. Una propria voce nel mare di voci, a volte urlate, di profili patinati o sapientemente studiati come acchiappa like. Pensiamo sempre che quello che hanno da dire o mostrare gli altri sia migliore rispetto al nostro racconto, alla nostra voce, ma non è così. Anche se i risultati non arriveranno nel giro di poco tempo, con determinazione e costanza, e un obiettivo ben chiaro in mente, cioè cosa vogliamo raccontare di noi a chi ci segue, riusciremo nel nostro intento: COMUNICARLO! Il problema è invece quando non sappiamo neanche noi cosa vogliamo dire di noi stessi, della nostra vita, figurarsi se chi sta dall’altra parte dello schermo riesce a capirlo.
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Questa è stata per un po’ la mia palette di colori estivi su Instagram, senza filtri, solo accostando i giusti colori
Come ho trovato il mio “tema” su Instagram, se così si può chiamare
Sapete, anch’io volevo trovare il modo migliore per comunicar-mi su Instagram. Ho letto guide, visto tutorial, scaricato Applicazioni per desaturare-saturare le foto, poi come in un gorgo Kafkiano, sono tornata da dove ero partita, cioé alle mie foto senza filtro, alla mia idea di creatività o delicatezza, insomma, a me. Non vi voglio consigliare di seguire persone con gallery Instagram bellissime per trovare il vostro stile, perché credo che tutti noi siamo facilmente influenzabili e spesso tendiamo ad “imitare” quello che ci piace. Mi capita sempre più spesso di vedere profili fotocopia, le cosiddette foto cliché perché sappiamo che con quelle possono arrivare tanti like. Sicuramente è così, ma ricordiamoci pure che i like sono importanti, ma non quanto il fatto di riuscire a dire alle persone che ci seguono, davvero chi siamo e farci apprezzare per quello. Senza fingere di essere qualcun altro. È quella la vera sfida. Trovate il vostro modo, fate dei tentativi, non lasciatevi trascinare dalle “tendenze”, e vedrete che alla fine andrà tutto bene, anzi meglio di come avevate immaginato. Inutile dire che quello che abbiamo da comunicare, è più importante della foto stessa. Il discorso è che tutti vogliamo essere “famosi”, “popolari”, “influencer”, come se sia scontato, dovuto. A decretarlo in realtà non possono essere che gli altri, chi deciderà di seguirci per un qualsivoglia motivo, perché trova sia “utile”, “interessante”, “piacevole”, ma non è affatto né dovuto, né scontato.
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Vi faccio un esempio banale, tra le cose più cercate su Google relative ad Instagram c’è: “Cosa scrivere nella biografia su Instagram”. Vi sembra normale? Se non sappiamo chi siamo, cosa mai possiamo pensare di dire di noi agli altri? Come tutti i piani di comunicazione, anche quello di Instagram prevede un obiettivo, che non deve essere un generico “voglio avere 100k followers”, ma qualcosa di più concreto e tangibile tipo banalmente “voglio dare consigli sui posti più cool di Milano a modo mio”, una “strategia” per attuare questo piano, ovviamente gli strumenti giusti e una buona dose di costanza e pazienza. Poi, se abbiamo fatto un buon lavoro, il resto arriverà da se, altrimenti rivediamo qualche passaggio del nostro modo di comunicare, cerchiamo di capire intanto i contenuti/post che sono andati più forti e partiamo da lì.
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