Continuano le interviste qui su Visual Fashionist. Devo dire che era da tempo che non ero così tanto orgogliosa del lavoro fatto qui sul blog, perché sento che ora come non mai mi rappresenta appieno.
Ho sempre vissuto questo luogo come un posto che adoravo, ma a cui spesso non riuscivo a dare la forma che volevo, la mia personalità. E invece – questo strano 2020 – mi ha permesso di trovare questo bellissimo balance qui, tra queste pagine virtuali, assieme al podcast TheVisual.
Una mia nuova dimensione che diventa spazio anche per il racconto di altre persone, tutte in un modo o nell’altro mi somigliano, hanno qualcosa che ci accomuna e sono sicura che piaceranno anche a voi.
Come Angela Papi, conosciuta tramite Instagram, e molto più di una mental coach, in lei ci ho visto una grande empatia ne racconrasi, anche tramite i social network, dove si sa non è così semplice venire fuori per quello che si è.
Mi permetto di dire, anche se non la conosco di persona, che è forse l’amica che tutte noi vorremmo avere. Sincera, profonda, dolce e sorridente, ma anche con tante cicatrici che non si vergogna di mostrare e raccontare. Ecco a voi Angela. Buona lettura!
Ciao Angela, raccontaci un po’ di te
Sono Angela e le prime cose che di solito racconto di me, oltre al mio lavoro, sono che corro da quando ho 16 anni, e che ho scritto il libro Tanto Domani Non Mangio dove racconto la mia storia di disturbi alimentari, è un mio grande orgoglio.
Come ti sei avvicinata al mondo del coaching?
Mi sono avvicinata al mondo del coaching perché dentro di me qualcosa richiedeva attenzione: lavoravo a Milano, ambito marketing, ero fidanzata e tutto andava per il meglio eppure avevo un continuo senso di insoddisfazione. Volevo sapere da dove veniva, così decido di iscrivermi a un corso di tre giorni sul coaching e mi prometto che sarebbe stato l’unico perché quel mondo mi attirava e spaventava allo stesso tempo. In quei tre giorni dentro di me succede di tutto, sento di avere bisogno di rimettermi in equilibrio. Vado avanti facendo altri corsi, sono così affascinata da quelle materie che un giorno prendo il coraggio di ammettere a me stessa: “Io voglio fare questo, voglio divulgare la crescita personale”. Da lì non mi sono mai arresa al fatto di dover fare divulgazione rientrando in certi schemi definiti, ho lasciato che fosse la mia persona, con tutti i suoi tratti, a parlare di questi temi e la cosa ha funzionato.
Hai scritto un libro Tanto domani non mangio, vuoi raccontarci qualcosa di quel periodo?
Quel libro più che di un periodo, parla della mia vita. Ho sofferto di disturbi alimentari dai 17 anni ai 27 anni. Tra digiuni, abbuffate, rischi di ricovero, ne sono uscita bene anche se so che il mio rapporto con il cibo sarà sempre un viaggio. Il libro nasce dal fatto che ero stufa di vedere e sentire parlare di disturbi alimentari in maniera patinata, tanti libri che si trovano in giro sono illeggibili per chi ci sta passando perché a volte sembra che vogliano romanzare un disturbo, che non ha niente del romanzo .Il mio libro è spietato, non è per i deboli di cuore, mi metto a nudo, e chi lo legge mi ringrazia di averlo fatto. Perciò anche se è stata dura, ne è valsa la pena.
Anche io ho avuto problemi di alimentazione e credo che per ognuno sia diverso il fattore che motiva ad uscirne, qual è stata la molla che ti ha fatto riprendere in mano la tua vita?
Non sapevo, sarebbe bello confrontarsi un giorno! La mia molla è stata il non poterne più, il non arrendermi all’idea che qualcuno voleva installarmi del “Dai in fondo va bene anche così”. Non mi sono mai accontentata dello stare mediocremente bene.
Come mai hai deciso di intraprendere questo percorso sui social?
Amo parlare, amo ciò che faccio, avevo paura del giudizio all’inizio, i miei follower sono dimezzati ma poi ho ricevuto così tanti bei feedback che ho deciso di continuare. Oggi su Instagram siamo una piccola comunità dove amo l’interazione che posso avere con ogni singola persona. Invece su Tik Tok ho riunito 114.000 ragazzi che mi ascoltano mentre parlo di metodi di studio. Fantastici!
Il tuo limite più grande e il tuo punto di forza?
La tendenza a compiacere, mi ha limitato tanto in passato. Il punto di forza è la voglia che ho di migliorarmi e non accontentarmi mai.
La lezione più importante che ti ha insegnato il tuo percorso di studi e lavorativo?
Che se alla base non c’è la voglia di mettersi in gioco fino all’ultima cellula, la crescita personale diventa un puro esercizio di stile. Ma se si ha voglia di migliorarsi, il viaggio è davvero straordinario.
Cosa ti spaventa di più dei social e cosa invece ti piace?
Mi spaventa il rischio che una parte della nostra mente sia sempre lì, in attesa della risposta o della notifica. Adoro invece la connessione che si può creare con persone simili o diverse ma con stessi interessi. Prima di entrare nel mondo IG mi sentivo un po’ sola a fare queste cose alla mia età ma poi ho creato tante belle relazioni che mi ispirano ogni giorno.
Cosa diresti oggi alla te di 10 anni fa?
Oddio! Che bella domanda. Le direi di avere fiducia, che da quel caos ne uscirà qualcosa di bello, molto bello ma che non si può saltare nessuna tappa, nemmeno la più dolorosa.
L’ultimo pensiero della sera e il primo quando ti svegli?
Un po’ di anni fa mi sentivo sempre oppressa dal peso della giornata presente e da quella che stava per arrivare, a volte mi mancava proprio il respiro. Oggi no. Prima di dormire penso alla mia giornata e sento che sensazione mi dà. Appena sveglia penso a cosa mangerò 🙂
Cos’è che ti motiva ogni giorno?
Vedere quello che sto diventando. Quello mi motiva. Anche se non sono motivata proprio sempre, sono molto spesso disciplinata e basta.
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