Prima, quando ero una studentessa ed andavo in giro per Roma con i mezzi pubblici, i libri erano i miei fedeli amici, compagni di avventure/disavventure.
Chi vive nella Capitale sà, suo malgrado, a cosa mi riferisco: le interminabili attese ed i lunghi tratti da percorrere anche solo per vedere un’amica, per un caffè.
Ed ecco allora che i libri sprigionavano tutto il loro potere, la capacità di portarti lontano in un batter d’occhio, di distrarti quando le giornate si facevano lunghe e pesanti o semplicemente di farti compagnia in quelle traversate così lunghe.
Da quando ho iniziato ad usare la macchina per lavoro, la musica è decisamente cambiata: il tempo per leggere è diminuito in modo spaventoso e solo quando sono a letto la sera, talvolta sento l’esigenza di aprire un libro, ma la stanchezza e la pigrizia hanno spesso la meglio, soprattutto se il libro che ho sul comodino non è poi così interessante.
Ma poi arriva l’Estate e mi riprendo con gli interessi, le mie letture perse, mancate e non c’è cosa più bella di scoprire e perdersi in storie nuove che ti portano lontano o sembrano, invece, guardarti dentro.
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