Se qualche anno fa mi avessero detto che io non avrei più messo piede da Zara, non ci avrei creduto.
Il fast fashion ha rappresentato per me, e immagino non solo per me, per anni, la possibilità di avere cose belle almeno esteticamente nel proprio guardaroba, senza dover spendere un capitale.
Avere la possibilità di cambiare spesso, e non doversi limitare. Trovare ogni stagione quei pezzi di tendenza da avere assolutamente.
All’inizio è stato bello.
Poi man mano, la mia casa è arrivata sul punto di esplodere. Negli armadi, nei cassetti, sotto il letto, ovunque c’erano scatole piene di vestiti, borse, scarpe. La cosa mi era decisamente sfuggita di mano.
Anche perché non avevo assolutamente bisogno di tutte quelle cose e non sarebbe bastata una vita per metterle tutte.
Pensare di fare “affari”, cosa non va nel fast fashion
Ricordo una volta una frase di una collega che mi disse: “Non ti ho mai vista venire a lavoro con due volte con gli stessi vestiti”.
Io lo presi allora come un complimento. Frutto del mio sapiente destreggiarmi tra mode e tendenze, delle mie capacità di fare shopping.
Oggi mi sento un’altra persona.
Non è mio desiderio demonizzare Zara o il fast fashion e chi vuole acquistare in questi negozi, come vi dicevo, l’ho fatto anche io orgogliosamente per molto tempo.
Perché compro vintage e usato, ti racconto la verità
Ma quando mi sono accorta che ero entrata in un meccanismo ossessivo di acquisto, di voler stare sempre sul pezzo con le ultime cose arrivate in negozio.
Cosa che noto ancora oggi seguendo alcune influencer che nonostante abbiano gli armadi che scoppiano, continuano a desiderare l’ultimo maglioncino con scollo a cuore di Zara, perché tutto il resto di Instagram ce l’ha.
Beh mi vedo anche io da lontano in quel riflesso e mi rendo conto che non sono mai stata bene come lo sono ora.
Ma i capi fast fashion mica si buttano!
Ovviamente possiedo ancora molti dei capi acquistati a quei tempi, non li butto solo perché sono di Zara e perché ora non voglio averne a che fare. Sarebbe stupido.
Quello di cui non mi accorgevo era quanti soldi buttassi ogni mese, anche se i capi avevano prezzi apparentemente irrisori, la frequenza con cui effettuavo gli acquisti influiva molto sul mio budget. Di quanto la qualità di quei capi fosse pessima, dopo averli lavati una volta erano già inguardabili.
Di quanto spesso mi capitasse di andare a lavoro e trovare altre 4 o 5 colleghe con la mia stessa camicia, abito o scarpe.
Di quanto volessi cambiare continuamente perché forse non sapevo cosa mi piacesse davvero, non avevo neanche una cultura sui tessuti e un occhio più attento a certe sfumature che ha chi compra capi di maggiore qualità e che si notano subito.
Quindi sono passati due anni da quando non metto più piede nei negozi fast fashion, e sono partita con il diminuire fino a quando non ho iniziato a comprare solo vintage e usato e il mio guardaroba ne ha guadagnato in qualità e in personalità.
Preferisco avere pochi pezzi ma buoni e anche il mio portafogli ringrazia.
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