Se hai seguito qualche episodio del mio podcast TheVisual, saprai che prima di avvicinarmi al minimalismo ero decisamente massimalista, ho iniziato qui proprio come fashion blogger (atipica già per quel periodo).
Avevo accumulato tantissime cose che mi opprimevano, erano circa dieci anni che non facevo un serio decluttering e al momento del trasloco nel mio nuovo appartamento, mi sono ritrovata sommersa dagli scatoloni.
Non ero capace di scegliere cosa tenere e cosa no, quindi me le sono portate dietro nella casa nuova pensando che sarebbe stato più semplice, e invece nulla, anche lì sono stata paralizzata per mesi. Rimandavo sempre . E più rimandavo e più aumentava l’ansia, anche perché dovevo acquistare i mobili e non riuscivo a capire di cosa avessi effettivamente bisogno.
Poi dopo circa sei mesi, ricordo erano venuti a trovarmi i miei genitori, mia madre ha detto: “Non puoi continuare così, ora buttiamo tutto!”. Io ero un po’ spaventata ma poi ho iniziato a tirare fuori le cose dalle scatole, scarpe, accessori e abiti e mia madre mi guardava dicendo: “Questo lo metti ancora?”, “No dai ti va stretto, oppure è rovinato“, oppure “non è adatto a te”. E in questo modo mi ha aiutato a guardare le cose con maggiore distacco e lucidità.
Abbiamo preparato dei grossi sacchi e portato abbigliamento, scarpe e accessori negli appositi punti di raccolta dell’usato. Spero che altre persone invece abbiamo trovato tutti questi vestiti utili e soprattutto gli abbiano dato una chance di vita che io invece non avevo concesso loro.
Cos’è e cosa significa decluttering
Decluttering significa liberarsi del superfluo ed è una tecnica inglese, assieme allo space cleaning, per togliere dalla propria casa, ma anche dalla mente, tutto ciò che ingombra.
Considerando che ci sono corsi, libri, siti, video e chi più ne ha più ne metta, che danno consigli su questo tema, ci fa capire subito, ma lo sapevamo già, che per molti di noi è tutt’altro che semplice liberarsi dal superfluo.
In alcuni casi si tratta di vere e proprie patologie come il problema dell’accumulo, altrimenti, se il nostro è solo un po’ di caos disorganizzato, si tratta semplicemente di mettere fine all’acquisto compulsivo e imparare a far uscire da casa nostra gli oggetti che non usiamo più.
Il decluttering come meditazione
Ci sono diverse tecniche di decluttering ma quella più efficace sei tu a crearla per te stesso e per la tua situazione. Tutto sta nel compiere il primo passo, che è la cosa più difficile in questi casi. Rimandare è la parola d’ordine quando si tratta di iniziare questo “percorso”. Eh già, liberarsi dalle cose superflue non è l’obiettivo unico di questa pratica, se lo guardiamo un modo più ampio il decluttering è un vero e proprio strumento di meditazione che ci aiuta a fare ordine nella nostra vita e di conseguenza nella nostra mente. I suoi benefici possono essere davvero notevoli nel lungo termine.
Eccone alcuni:
- avrai più chiare le tue priorità
- capirai meglio cosa ha valore per te
- migliorerai la tua capacità di prendere decisioni
- allenerai l’autodisciplina
- darai maggiore valore a ciò che possiedi
- sarai più consapevole del perché compi determinate azioni o acquisti
- sarai più incline a gestire i cambiamenti anche nella tua vita
Tecniche di decluttering efficaci: il metodo del sacchetto
Tra le varie tecniche, come ti dicevo, ce ne sono alcune più strutturate che sento di consigliare a chi ha già superato la fase iniziale del processo e si trova così ad andare più affondo negli step successivi. Ma per chi è alle prime armi e rimanda continuamente il giorno di inizio, consiglio vivamente di prendere un sacchetto e iniziare a girare per casa buttando tutte le cose inutili che incontra nel suo percorso. Ti sembrerà poco, magari ti libererai solo di cartacce e di quelle bottiglie di birra vuote, degli scontrini lasciati in giro, ma è il primo step fondamentale per sentire la sensazione di benessere che già una semplice azione come questa comporta a livello mentale.
Se ci prendi gusto puoi iniziare a creare dei sacchetti specifici: uno per la carta, uno per i vestiti, uno per i soprammobili e procedere in questo ordine. Questa è la tecnica del sacchetto. Tanto semplice quanto efficace, perché non ti richiede di rovesciare casa o affrontare mobili interi, ma di iniziare da ciò che è più evidente, per poi passare allo step successivo.
Il metodo minimalista
Il metodo minimalista può sembrare difficile ma secondo me è super efficace, in realtà un po’ estremo perché occorre partire da un giorno 1 ed elimanare un oggetto, per poi passare a due il giorno successivo, a tre quello dopo ancora e così per un anno. Di certo aiuta a liberarsi di molte cose ma, se il nostro intento è ottimizzare ciò che abbiamo e non ritrovarci con una casa spoglia, possiamo anche decidere di eliminare semplicemente una sola cosa al giorno, ma ogni giorno per un anno, avremo comunque 365 oggetti in meno, che non è poco se ci pensate! Questo metodo viene detto anche The One method.
Il metodo delle grucce
Se il nostro problema è il guardaroba possiamo mettere i capi con le grucce tutte in una stessa direzione e girarle ogni volta che ne indossiamo uno. Idem nei cassetti riporle al contrario. In questo modo, dopo sei mesi, sappiamo quali sono i capi che abbiamo utilizzato durante la stagione e quelli che invece non abbiamo mai messo. Può essere una soluzione quando siamo particolarmente indecisi su cosa tenere e cosa no nel nostro guardaroba. In generale, visto che non comporta grandi sforzi possiamo farlo comunque anche solo per farci un’idea, renderlo insomma parte della nostra routine quando riponiamo le cose.
Il metodo Marie Kondo
Se il tema del riordino ha avuto tanta rilevanza negli ultimi anni lo si deve anche al celebre libro di Marie Kondo, Il magico potere del riordino e poi al documentario che l’ha vista protagonista su Netflix con il suo metodo in case problematiche.
Marie Kondo ritiene che occorra sistemare per genere e non per stanza, quindi per tipologia di oggetto e liberarsi delle cose ringraziandole di aver fatto parte della nostra vita e averci aiutato in qualche modo. Soprattutto capi ed oggetti che hanno avuto un qualche valore per noi. La domanda che Marie Kondo pone per ogni oggetto è: mi rende felice?
Personalmente lo trovo un metodo bellissimo, ma difficile da applicare almeno per me.
Cosa fare con le cose che non vogliamo più tenere
Ovviamente occorre poi liberarsi di tutte le cose che riteniamo superflue e non tenerle in giro per casa. L’ideale è dividerle per tipologie: cose da donare, da regalare, da rivendere o da buttare.
Quelle da buttare possiamo eliminarle subito ovviamente cercando di differenziare. Quelle da regalare magari dovremo creare un’occasione per darle ad amiche o parenti. Quelle da donare possiamo portarle subito nei centri di raccolta. Quelle da vendere possono essere le più problematiche perché i mercatini dell’usato prendono solo in base alla stagione e a ciò che gli interessa. Quindi il mio consiglio è portare al mercatino e poi ciò che non viene preso, donarlo, regalarlo o buttarlo.
I miei consigli personali
Da quando mi sono avvicinata al minimalismo, sto imparando a fare spazio nella mia vita a rivedere i miei valori e le mie priorità. Liberarmi dalle cose superflue, ma soprattutto smettere di comprare le cose inutili mi sta aiutando tantissimo, non solo da un punto di vista mentale, ma anche economico. Ogni volta che vedo quei cassetti pieni di vestiti mai messi o trucchi mai usati mi viene da piangere pensando a quanti soldi ho buttato che avrei potuto investire diversamente in qualcosa che mi avrebbe regalato esperienze durature. Ora so che i soldi che guadagno voglio investirli in viaggi, concerti, cene, corsi di formazione, esperienze che possano lasciare qualcosa dentro di me e non occupare solo spazio vitale all’esterno.
Restiamo in contatto!
Se ti è piaciuto questo post continua a seguirmi per altre interviste sul mondo vintage e per contenuti sul minimalismo, la crescita personale, per come vivere una vita piena e sostenibile. Iscriviti alla newsletter per avere tanti consigli o condividere insieme piccole (grandi) riflessioni, giuro che non ti riempirò di mail! 🙂
Seguimi su Instagram per gli aggiornamenti e stories day by day. Ascolta il mio podcast TheVisual è qui che condivido il racconto più intimo del mio percorso.
No Comments