Le serie di Netflix sono stupende, ne siamo tutti innamorati, abbiamo le nostre preferite. Amiamo quel momento in cui – dopo una giornata sì o no, non importa – ci accoccoliamo sul divano felici di staccare per qualche ora, immersi in una storia che ci fa vivere nuove vite. La qualità e l’aggiornamento dei contenuti di Netflix, lo rende un canale vivo di comunicazione, un posto in cui mettiamo in discussione da ogni parte del globo le nostre paure, ma anche sentimenti, incertezze.
Una parte che amo di Netflix e secondo me ancora poco esplorate è la sezione relative ai documentari. Tutti – di fronte al termine documentario – ci sentiamo un po’ tornare indietro a quando vedevamo Super Quark con mamma e papà, o quelle edizioni sugli animali di ogni parte del pianeta. Su Netflix, invece, ci sono documentari che raccontano talvolta cose che non ci saremmo neanche lontanamente immaginati.
Leggi anche: 9 lezioni che ho imparato dalla docu-serie su Michael Jordan e i Chicago Bulls
Non è facile però muoversi nel mare magnum di proposte, ed ecco allora che voglio aiutarvi e consigliarvi tre documentari che personalmente ho molto apprezzato, sia come tipologia di argomenti trattati che nella delicatezza stessa in cui vengono esposti, con uno storyboard che permette a chi guarda di immedesimarsi anche in vite/situazioni lontane da lui.
Ecco allora i miei tre documentari preferiti del 2019 (e mi raccomando, commentate con i vostri preferiti!)
Dark Tourists – Serie originale Netflix – stagione 1 – 8 episodi
Il turismo oscuro è stato definito come il turismo che coinvolge viaggi in luoghi storicamente associati alla morte e alla tragedia. Wikipedia.
Il giornalista neozelandese protagonista di questa serie di documentari decisamente particolari, gira il mondo alla ricerca dei posti più assurdi in cui il turismo si sta spingendo nella sua versione più dark. Per assurdi si intendono appunto luoghi colpiti da qualche catastrofe o dove si hanno tradizioni cruente. Sembrerebbe solo una cosa macabra, ma invece è molto di più. David ci aiuta ad indagare le parti più in ombra della mente umana, in cui possono convivere anche desideri inconsci come la curiosità verso i dettagli più raccapriccianti o il collezionismo più estremo. In un mix di incontri tra persone stravaganti e luoghi terribili per certi versi, David tira le somme capitolo dopo capitolo traendone talvolta vere e proprie lezioni di vita che lo spingono oltre i suoi stessi limiti. Da vedere!
Losers – serie originale Netflix – stagione 1 – 8 episodi
“Se non sai perdere, non saprai nemmeno vincere”.
In una società che non vuole sentire parlare di perdenti ma solo di vincenti, a qualsiasi costo, Netflix propone una docu-serie che rompe questo dogma e celebra i perdenti. Ascoltando le storie degli otto protagonisti, ci rendiamo conto che essere perdenti non vuol dire nulla, se non che abbiamo provato a fare qualcosa in cui magari siamo arrivati sempre secondi o quasi sempre ultimi, nonostante ce l’avessimo messa tutta. Eppure, a volte la vita ci riserva dei piani B, C, D per scoprire che la strada che pensavamo fosse quella giusta per noi, in realtà era solo utile per farci arrivare nel posto più adatto a dove mettere a frutto tutta quella esperienza, anche negativa sotto certi aspetti, e scoprire che ci sarebbe servita in modo diverso, ma ci sarebbe comunque stata utile per diventare la migliore versione di noi stessi. Andrebbe fatta vedere nelle scuole!
Minimalism un documentario sulle cose importanti – stagione 1
Minimalism è un documentario del 2016, ma che è emerso su Netflix, spesso suggerito tra i più visti, solo nell’ultimo anno perlomeno in Italia. Racconta la storia e il percorso di Joshua Fields Millburn e Ryan Nicodemus, che elogiano le virtù del minimalismo tramite interviste a persone che rifiutano l’ideale americano del consumismo come fonte di felicità. La storia di Joshua e Ryan è interessante, il loro percorso lascia spazio all’immedesimazione. Quante volte ci siamo concentrati su cose superflue nella nostra vita, quante altre invece non abbiamo riflettuto sulla reale utilità di questo perenne desiderio di possedere cose nuove, e anche avere stipendi sempre più alti per potersi permettere sempre di più. Ecco, anche se non diventerete dei minimalisti estremi come i protagonisti di questo interessantissimo documentario, sicuramente comincerete a riflettere seriamente sull’argomento e sono convinta che qualcosa cambierà nel vostro approccio al consumismo. Io devo ammettere che mi sono sentita molto “influenzata” nel senso più positivo del termine, e ho davvero fatto piazza pulita delle cose che non sentivo più utili e vicine al mio stile di vita attuale. Non sono una minimalista perché – purtroppo o per fortuna – amo il bello e mi piace avere attorno a me cose che potrebbero essere inutili per certi aspetti, ma che apprezzo in qualche modo, solo che cerco di farlo nel modo più consapevole possibile. Fatemi sapere poi, se anche voi vi siete fermati a pensare dopo aver visto questo documentario.
No Comments