Cari minimalisti in progress, oggi vi parlo di una sensazione che non provavo da tempo ma che con il ritorno alla quasi normalità ho avvertito di nuovo e voglio condividere con voi, fatemi sapere se vi è capitato, scrivetemi su Instagram mi trovate cercando robertacostantino_
Da quando la nostra vita sta tornando per fortuna alla normalità, anche le attività quotidiane, il lavoro, il tran tran ha ripreso come al solito ad invadere con i suoi ritmi le nostre giornate.
Ed ecco che da un po’ di settimane ho iniziato ad avvertire di nuovo quella sensazione che bene o male mi ha accompagnato per quasi tutta la mia vita.
Paragonare i propri ritmi a quelli degli altri, errore numero 1
L’idea di essere in ritardo. Di non andare abbastanza veloce, di perdere tempo, di non avere le idee chiare, di non aver costruito la migliore delle vite per me e per il mio futuro. Di avere ancora dubbi che mi fanno perdere tempo.
Non so se ti è mai capitato di avere la sensazione che tutti tranne te stiano andando nel verso giusto alla corretta velocità, mentre tu sei ancora indecisa su che strada prendere.
Il Lock down e l’occasione del mondo che si ferma
Con il lock down abbiamo vissuto un periodo terribile, ma allo stesso tempo un’opportunità. Il mondo era in pausa e nessuno poteva correre, a parte i podisti dell’ultima ora.
In quel periodo molti di noi hanno ritrovato i ritmi da tempo persi. Altri hanno sofferto all’idea di stare chiusi in casa. Io appartengo decisamente al primo gruppo.
Ho sfruttato appieno quel fermarsi del mondo perché sapevo che sarebbe stato un avvenimento unico, sotto l’aspetto della salute di noi tutti spero lo rimanga, ma dal punto di vista mentale e fisico l’ho visto davvero come una panacea.
Riprendere a correre o fermarsi a pensare?
Ora che tutto è ricominciato a correre mi sembra che e nostre vite siano di nuovo un continuo paragone le une con le altre.
A chi viaggia di più, a chi ha il lavoro più bello, a chi riesce a lavorare da una spiaggia, a chi ha capito tutto della vita mentre poverino te che devi andare in ufficio.
A chi si allena tutti i giorni. A chi mangia bene. A chi vive sostenibile.
Allora ho deciso di scriverlo, perché spesso quando c’è un overthinking, la cosa giusta è buttare giù i pensieri per dargli il giusto peso.
Cosa vuol dire tutto questo mio disagio se mi guardo dall’esterno?
Che mi sto facendo condizionare. Che sto settando la mia velocità su quella degli altri. Vuol dire che sto passando troppo tempo sui social e poco guardando davvero al mio percorso.
Significa che un po’ mi sto perdendo. Che può succedere. L’importante è accorgersene e mettere in atto quei comportamenti che ci riportano in connessione con noi stessi, i nostri obiettivi, la nostra serenità. Metterli in atto ogni giorno.
Imparare a guardare dall’esterno
Quindi il problema non è all’esterno, dipende sempre tutto da come noi guardiamo le cose, dal nostro punto di vista. Non possiamo fermare il mondo, ma possiamo scegliere noi qual è la velocità giusta per vivere serenamente la nostra vita che è la cosa più importante a cui ambire.
E se a volte ci facciamo condizionare troppo, staccare, per un’ora, un giorno, un mese o un anno. Quanto ci serve, quanto possiamo. O almeno fare tutto cercando di non impazzire, che è già un grandissimo traguardo non trovate?
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