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Sostenibilità Viaggi

Intervista a Gianluca Gotto: mangia, vivi e viaggia, le sue coordinate della felicità

Continuano le interviste alle persone che più mi ispirano perché hanno avuto il coraggio di rendere la loro vita speciale, costruendo con un pizzico di coraggio la strada per la loro felicità. Come vi ho raccontato più volte e come abbiamo visto da tutte le storie raccontate, i meccanismi che spesso fanno scattare il cambiamento possono essere totalmente diversi e personali. Ognuno di noi è diverso e non c’è qualcosa di giusto o sbagliato da fare, occorre semplicemente ascoltarsi e magari, provare a cambiare anche in piccolo la nostra vita, ma facendo qualcosa che si avvicina di più a noi.

Sono super felice di farvi conoscere Gianluca Gotto e la sua storia davvero motivante e speciale di nomade digitale. Ovviamente non occorre necessariamente mollare tutto e viaggiare per essere felici, come lo stesso Gianluca racconta, ma dalle sue parole possiamo trovare ispirazione per cercare il nostro Ikigai.

Buona lettura!

Chi era Gianluca prima di trovare le coordinate della felicità

Ero un ragazzo che, come tanti altri, si domandava spesso se un’altra vita non fosse proprio possibile. La mia vita era basata su “non-scelte”: non avevo scelto di fare l’Università, non avevo scelto di vivere a Torino, non avevo scelto il modo in cui passavo il mio tempo libero. Avevo semplicemente accettato passivamente quella che nel mio libro
“Le coordinate della felicità” chiamo “La Grande Legge dell’Uno”: facevo quello che facevano tutti gli altri perché ero convinto che non ci fossero alternative. Fortunatamente ebbi il coraggio di rispondere a certe domande scomode e mi resi conto che no, non avevo intenzione di fare una vita che non mi rendeva felice solo perché per tutti gli altri era
giusta
. Partii per l’Australia con un biglietto di sola andata per cercare di capire che forma avesse la mia felicità. Non era tanto importante la destinazione, era più una questione di partire, uscire dalla mia comfort zone e mettermi alla prova in tanti contesti diversi. Oggi posso dire che questo è il modo migliore per trovare le proprie coordinate della felicità.

Chi è il Gianluca di oggi?

Sono un nomade digitale, uno scrittore, un viaggiatore e un sognatore che ha scoperto in prima persona che i limiti sono solo nella nostra testa. Lo capisci solo quando ti butti senza pensarci più di tanto. Sono una persona per niente speciale che si è costruita una vita speciale: vivo viaggiando e mi mantengo lavorando in remoto, tra il blog (“Mangia Vivi
Viaggia”) che ho lanciato con la mia compagna Claudia e i libri che scrivo in giro per l’Asia. Sono una persona con una vita felice, che mai avrei immaginato di poter ottenere quando uscii dalla mia stanzetta per prendere un aereo per l’Australia in quella grigia mattinata torinese di dieci anni fa.

Pensi che non si possa essere felici vivendo sempre nello stesso posto?

Si può essere felici sempre e ovunque, perché la felicità più profonda nasce dentro di noi e
non dipende dal luogo in cui ci troviamo. Viaggiare è importante ma è ancora più importante essere viaggiatori, che è un atteggiamento nei confronti della vita: quello di chi non si ferma e si chiude nelle sue false convinzioni ma esplora se stesso, le persone e il mondo. Si può essere viaggiatori anche vivendo nello stesso posto per tutta la vita.
Personalmente, è qualcosa che non ho intenzione di fare, ma questo perché mi rende felice viaggiare fisicamente. Capisco che non per tutti sia così.

Cos’è che ti ha fatto capire qual era la vita giusta per te?


Mettermi alla prova in molti contesti differenti. Come scrivo spesso, come puoi sapere se la strada su cui ti trovi è quella giusta per te se non ne hai mai percorsa nessun’altra?
Nella mia vita ho lavorato come cameriere, operaio, panificatore, pizzaiolo, commesso.. tutto questo è stato fondamentale per arrivare a fare della scrittura il mio lavoro. Più ti confronti con ciò che non conosci e più scopri di non sapere nulla: la vita è una continua esplorazione e le risposte che cerchi possono arrivare solo strada facendo.

La domanda che molti ti faranno, come fai a mantenerti per vivere, ma soprattutto occorre molto denaro per vivere così?

Faccio una vita nomade da quasi dieci anni. Prima in Australia e in Canada, dove non c’era niente di digitale, solo lavoro manuale. Lavoravo, risparmiavo e poi viaggiavo alla scoperta di quelle nazioni. Poi ho deciso di provare a fare della mia passione per la scrittura un lavoro, perché questo mi avrebbe consentito di vivere viaggiando senza
dovermi preoccupare di cercare lavoro ogni volta che mi spostavo. Ho iniziato scrivendo articoli per siti web, per un anno non ho guadagnato niente ma ho pubblicato centinaia di articoli. Poi è arrivata la svolta: un sito di poker era alla ricerca di articolisti e visto che conoscevo bene il gioco, mi hanno offerto il mio primo lavoro retribuito. Per anni ho viaggiato per l’Asia mantenendomi così, poi nel 2016 io e Claudia abbia lanciato Mangia Vivi Viaggia e oggi ci occupiamo principalmente di gestire i blog e dei libri che pubblichiamo.

L’ostacolo più grande che hai dovuto superare per vivere nel modo in cui volevi?

Il problema più grande dell’Italia è che la mentalità più comune è ristrettissima. Ci sono migliaia di persone che vorrebbero vivere una vita diversa ma si fanno convincere da chi hanno intorno che un’altra vita sia impossibile. Non è così e ora lo so per certo, ma ci sono voluti anni affinché me ne rendessi conto. Anni in cui mi scontravo con il giudizio altrui e con il pessimismo spacciato per realismo. Il mondo è grande e pieno di opportunità per
chiunque abbia abbastanza coraggio da andare ad esplorarle. E ce ne vuole, di coraggio.

Come e dove ti vedi tra dieci anni


Non penso al futuro, preferisco vivere nel presente. Il futuro non è altro che un’ipotesi, un’idea che potrebbe non realizzarsi mai. Chi pensa troppo al domani non riesce a godersi niente oggi. E intanto il tempo passa. Sono convinto che per avere un buon futuro ci sia una sola formula: fare del proprio meglio oggi, qui e ora.

Qual è il ricordo più bello che hai di questi ultimi anni in giro per il mondo


Uno dei ricordi a cui sono più affezionato è quando sono arrivato in Thailandia per la prima volta e ho mangiato un Pad Thai in mezzo alla fiumana umana della Khao San Road di Bangkok. Era il mio primissimo tentativo di vita da nomade digitale e in quel momento, in qualche modo, sentivo che stava per succedere davvero. È un momento che non dimenticherò mai. Ci sono poi tantissimi attimi di pura vita che ho vissuto con Claudia tra Thailandia, Bali, Cambogia, Laos, Vietnam, Malesia e via discorrendo. Molti di questi li racconto nel mio libro “Le coordinate della felicità”.

La prima cosa che pensi al mattino?


Sono grato di avere un’altra giornata a disposizione. La vita è meravigliosa se la vivi consapevolmente.

E l’ultima prima di andare a dormire?


Non penso a niente prima di andare a dormire. Mi concentro sulla respirazione, come quando medito, e così scivolo nel sonno. Qualsiasi pensiero dev’essere rimandato alla mattina successiva, altrimenti te lo porti con te nel sonno e dormi male.

Ti capita di avere momenti difficili? Se sì come li affronti


Certamente. A chi non capita? Li affronto secondo un insegnamento dello stoicismo: amor fati. Vuol dire che dovremmo sempre amare il destino, qualunque cosa ci capiti. Perché spesso è proprio nei momenti più difficili che si apprendono le lezioni più preziose. Poi cerco di fare del mio meglio, sempre. Chi si impegna, non ha rimpianti.

L’affermazione positiva che ti motiva di più


Non c’è sofferenza nel presente. La sofferenza è tutta nella tua testa. È un insegnamento buddhista che trovo vero e rincuorante perché ti mette di fronte alla verità: se soffri non è per qualcosa che sta succedendo ora, ma per qualcosa che sta succedendo nella tua testa. Qualcosa che riguarda quasi sempre il passato o il futuro e che ci rende depressi o ansiosi. Non abbiamo altro che questo momento. Godiamocelo.

A chi volesse intraprendere il tuo stesso percorso, anche se non più uno studente, cosa consiglieresti?

Innanzitutto di cambiare mentalità. Non è una questione di età, titoli di studio e nemmeno competenze, perché le competenze le può sviluppare chiunque al giorno d’oggi attraverso Internet. Si può fare e bisogna crederci, perché nessuno ci crederà al posto nostro. Fatto questo, è fondamentale avere le idee chiare, capire che tipo di vita si vuole fare e, nel
caso in cui si voglia diventare nomadi digitali individuare la professione che si vuole svolgere. Poi dare il massimo, rendere il cambiamento la propria missione di vita. Sono convinto di una cosa: chi lo vuole davvero, un modo lo trova. Sempre.

Segui il mio podcast per contenuti su Minimalismo e crescita personale

Se ti è piaciuta questa intervista condividila con chi secondo te ha bisogno della motiviazione di Gianluca per fare quel passo che cambierà la sua vita in meglio e trovare il coraggio per trovare le sue coordinate della felcità.

Invece, sul mio podcast TheVisual troverai ogni settimana nuovi contenuti che sperano possano ispirarti e farti riflettere per avere una vita migliore con meno cose materiali e più spazio per ciò che ci fa stare davvero bene. Ti aspetto!

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