Se qualche anno fa mi avessero parlato di minimalismo non avrei proprio compreso il senso della parola. Io ero una massimalista. Una di quelle persone che nell’armadio ha vestiti con il cartellino ancora attaccato, perché non riesce ad usare tutto quello che acquista.
Ero la persona che non si faceva problemi di prezzo. Lavoravo del resto, perché dovevo privarmi? Non passavo 9 ore in ufficio forse per quello? Per potermi permettere ciò che volevo senza sensi di colpa.
Credo che questo sia il ragionamento che fa la maggior parte delle persone e non possiamo neanche farcene una colpa. Né tantomeno mi sento ora nella posizione di giudicare. È la società che ci porta a ragionare in un determinato modo, a curare le apparenze, a giudicare dalle apparenze, e per questo a voler ostentare, a desiderare di essere parte di un’élite di persone che può permettersi l’iPhone o gli abiti firmati e così via. A dare valore alle persone in base a ciò che possiedono.
Insegnamenti del minimalismo: smetterla di voler impressionare gli altri
Giudicare fa parte della natura umana. Tutti più o meno inconsciamente lo facciamo. Il problema è che la nostra scala valoriale è sbagliata.
Quando ho iniziato a ragionare in modo più consapevole sulle mie scelte, sia materiali che personali, dalle più piccole alle più importanti, è come se mi si fosse rivelato un mondo davanti agli occhi.
Tante delle cose che facevo, che possedevo, le avevo scelte solo per impressionare gli altri e anche per convincere me stessa che quello stile di vita mi avrebbe reso felice. Che facevo parte di quel gruppo, di quell’élite.
La realtà era che io non ero affatto felice. Piuttosto cercavo di non andare in profondità, di non guardarmi dentro, e colmavo i malesseri con una soddisfazione temporanea come può essere lo shopping o il viaggiare compulsivo.
Non ho fatto rinunce, ho smesso di desiderare cose inutili
Ad un certo punto però, forse si cresce o semplicemente se si è molto introspettivi ci si rende conto che qualcosa non va. Che non possiamo continuare a mentire a noi stessi.
Che per anni si è costruita una felicità basata sul nulla, senza mai conoscersi davvero e senza aprire le porte al proprio vero io.
Ho imparato che tutto ciò che mi serve è dentro me stessa. Questo non vuol dire trascurarsi, anzi. Non vuol dire smettere di fare shopping. Ma smettere di farlo per impressionare gli altri, per mostrare agli altri un’idea di noi stessi che non è quella che ci appartiene davvero.
Imparare ad ascoltarsi e a dare un’impressione corretta
Nella mia ultima newsletter ho aperto con questa citazione ed è una frase tanto semplice quanto potente tratta dal Feng shui
Non è tanto importante dare una prima buona impressione, quanto dare un’impressione corretta di chi siamo.
Feng Shui
Ecco per rispondere alla domanda che è nel titolo di questo podcast posso assicurarti che oggi non mi sento di fare delle rinunce. Mi sento di vivere secondo le mie possibilità al 100% imparando a costruirmi un futuro taylor made. Con maggior consapevolezza di quanto sia difficile guadagnare e facile sperperare, di quanto non abbia bisogno di impressionare gli altri, ma di stare bene con me stessa, di vedermi bella per ciò che sono, per ciò che fa stare bene me.
Che non sono i vestiti o ciò che possiedo a fare la persona, e che se ci sarà qualcuno che ci giudicherà in base a questo, beh è un problema suo, ma che è molto più importante coltivare il proprio giardino interiore, la propria salute mentale e non solo fisica. Per tutti questi motivi il minimalismo mi ha insegnato ad andare all’essenziale e a mantenermi focalizzata sulle cose davvero importanti della vita. CONTINUA SUL PODCAST… Buon ascolto!
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