Un paio di anni fa, mi ero appena trasferita nella mia nuova casa, e il trasloco era stato devastante. Per sei mesi ho avuto scatole e scatoloni di cose, vestiti e oggetti che non riuscivo a capire come avessero potuto prendere tanto sopravvento nella mia vita.
Perché avevo comprato tutta quella roba?
Proprio in quel periodo mi è capitato di vedere il documentario The minimalists di Joshua Fields Millburn e Ryan Nicodemus.
Impossibile non immedesimarsi nelle storie di Joshua e Ryan. Due ragazzi ormai diventati adulti che hanno visto la loro vita assorbita dal lavoro e dall’unico premio che avevano il tempo di concedersi: comprare cose, circondarsi di cose, per riempire vuoti spesso emotivi.
Ho provato un po’ la stessa sensazione di fronte ai miei scatoloni, sapendo poi che per sei mesi e anche più ero andata avanti con il contenuto di soli tre su venti, mi faceva capire quanto non avessi bisogno di tutta quella roba che mi opprimeva.
E così, non in maniera drastica come i due Minimalist ho iniziato a focalizzarmi sulle cose davvero essenziali e importanti per me, quelle che danno alla mia vita un significato e uno scopo.
Il primo step è stato iniziare a liberarsi delle cose superlflue
Nel giro di qualche mese mi ero liberata di circa il 70% del mio guardaroba, alcune cose vendute all’usato, altre regalate e altre ancora date in beneficienza. Rendendo il mio guardaroba finalmente etico.
Da lì ho iniziato di nuovo a respirare e a capire che meno cose avrei avuto e più mi sarei sentita ricca.
Passiamo la vita ad affannarci a lavorare spesso per guadagnare di più, per avere una casa più grande, una macchina più potente, oggetti più costosi, per poi diventare “schiavi” della loro manutenzione.
Ho sempre in testa l’immagine di chi va in spiaggia portando solo il telo sulla spalla e la protezione solare in tasca, un’idea di leggerezza e di essenzialità ma anche di libertà che ho sempre invidiato.
Come si diventa minimalisti
Ho letto e mi sono informata molto nei mesi successivi per capire come diventare minimalista, ma ho scoperto che non esiste un unico modo di esserlo.
Non devi necessariamente rinunciare ai tuoi mobili, ai libri o alle cose che ti piacciono. Al contrario le cose che per te hanno un valore devono restare, ma puoi rinunciare al superfluo a tutto ciò che non è funzionale alla tua vita.
Ho quindi iniziato ad avvicinarmi a questo nuovo mondo un passo alla volta, non cambiando drasticamente da un giorno all’altro, ma rendendo mie le “regole” del minimalismo. L’ho visto come un modo per esercitarsi ad eliminare il superfluo, non solo dentro casa, ma anche dentro se stessi, nelle relazioni, nelle piccole decisioni di tutti i giorni.
Perché è nato TheVisual il mio podcast sul Minimalismo
Proprio per raccontare e condividere questo percorso, le domande che mi sono fatta e in che modo ho concretamente cambiato la mia vita, ho deciso di intraprendere una nuova avventura digital. I podcast!
Sono una grande amante dei podcast, li ascolto sempre nel tragitto casa-lavoro e a volte mentre sono al pc, ho i miei preferiti che mi informano e mi rilassano e così mi sono detta, perché no. Lo trovo un modo molto intimo e diretto per entrare in contatto con le persone ed ho voluto provare.
Come tutte le nuove cose ho impiegato sei mesi per decidermi davvero. Ma ecco qui, questa è la prima puntata, ma se ti interessa su Spotify e tutte le altre piattaforme di streaming podcast, trovi anche gli altri episodi. Non si parla solo di minimalismo in senso stretto ma anche di relazioni, sostenibilità e crescita personale.
Spero di averti tra i miei amici followers e che questo possa diventare un nuovo appuntamento per noi, per crescere insieme.
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