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Di come sia difficile affrontare settembre e della libertà

Per fortuna prima di partire per le vacanze avevo scritto un memorandum, sulla mia agenda, delle cose da fare a Settembre. Obiettivi tra i più vari e disparati, che sicuramente neanche porterò a termine, ma almeno un punto da cui riprendere il filo.

Questo perché credo, come tutti, al rientro ho sempre una sorta di crisi esistenziale. Tipo chi sono, che ci faccio qui, perché faccio questo e quell’altro.

Mi ci vogliono un po’ di settimane per ritornare in carreggiata e tanta buona volontà.

Succede perché siamo abituati, ci hanno abituati, a dover stare sempre sul binario e anche ad un certo ritmo. Pena l’esclusione sociale. E come usciamo per qualche settimana dalla ruota del criceto, facciamo poi fatica a rientrarci senza storcere il naso.

Inoltre, avevamo appena ritrovato un po’ di libertà con lo smart working, forse l’unico cambiamento positivo portato dalla pandemia. Riuscire a coniugare vita privata e vita d’ufficio e invece, anche questo sembra ormai solo un lontano ricordo per molti di noi.

Costretti a rientrare in una modalità lavorativa che a molti ormai sta un po’ stretta, pandemia o meno, soprattutto perché non giustificata da un reale motivo se non quello che “si è sempre fatto così” o su un fantomatico lavoro di team che spesso è inesistente.

Cresciuti con il Mulino Bianco e con la paura di deludere le aspettative

Dobbiamo essere performanti, sul lavoro e nella vita privata, avere una bella casa, una macchina, un buon conto in banca, viaggiare, avere amici con cui fare aperitivi o cene, figli belli e sorridenti. Ah dimenticavo, ed essere anche bravi a condividere tutto questo sui social.

È il quadretto della vita perfetta che ci hanno venduto sin da piccoli, quando guardavamo imbambolati la tv e crescevamo a merendine e pubblicità del Mulino Bianco.

La verità è che la vita e anche come siamo fatti dentro è molto più complesso. E che purtroppo tardi e sulla nostra pelle capiamo che non ci si realizza davvero, né con le relazioni, né con il lavoro, né con quante cose si possiedono.

Quante volte, nonostante avessimo raggiunto gli obiettivi prefissati: vedi una laurea, un lavoro stabile, una relazione, etc. non ci siamo sentiti felici? Appagati?

Quante volte abbiamo pensato che quello che stavamo facendo sembrava scritto da qualche parte, ma noi, lo volevamo davvero? Non ce lo siamo mai chiesti per paura di sapere la risposta. NO.

Io mi sono sempre sentita un po’ così. Non libera e al posto sbagliato. Un po’ per educazione, un po’ per paura, un po’ per incapacità di leggermi dentro, fino a quando non sono diventata davvero grande e ho tolto tante sovrastrutture che non ero neanche consapevole di avere.

Forse perché sin da piccola non ho avuto gli strumenti, nessuno mi ha mai spiegato o mi si è mostrato come modello per capire come conoscere davvero me stessa, ciò che mi piaceva, ciò che non mi piaceva. Nessuno mi ha mai insegnato a dire no.

Ho sempre vissuto tutto come il sacrificio che si deve fare per ottenere quello e quell’altro. Per non avere problemi, per stare tranquilli. Ma non è il sogno di tutti vivere tranquilli. Per molti è provare a vivere la vita che si vuole davvero, e spesso comporta qualche rischio, ma alla fine del viaggio sai che l’hai spesa bene.

Credo di essermi in questo senso anche molto autocondizionata, limitando le mie stesse aspettative su me stessa e sulla mia vita.

Non so se tu che stai leggendo ti ritroverai in queste mie parole – magari hai avuto un tipo di educazione e  di esempio diversi dal mio o sei di un’altra generazione. Fatto sta che se potessi tornare indietro o se domani potessi ricominciare davvero da zero, farlo adesso è possibile solo nei libri motivazionali, ma nella realtà è un po’ diverso, credo che non ascolterei i consigli di nessuno su ciò che devo fare o meno. Non mi preoccuperei neanche di ciò che guadagno, ma solo di prendere la strada che sento più adatta a me e che mi rende felice di svegliarmi ogni mattino.

Non sarà forse quella più facile, renderai forse infelice chi aveva proiettato su di te le sue aspettative, ma ti sentirai libera/o e ti assicuro che è la cosa più bella ed importante del mondo, spesso sottovalutata. Sentirsi liberi di fare le proprie scelte, senza pressioni.

Tu, in che fase della tua vita sei? Sei soddisfatto o cambieresti tutto?

Ti aspetto nei commenti o su Instagram se vuoi scrivermi in privato, mi trovi cercando robertacostantino_

Se vuoi sapere invece di più del mio percorso su minimalismo e crescita personale, ascolta il mio podcast TheVisual.

A presto!

Roberta

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