C’è stato un periodo della mia vita in cui facevo di tutto per piacere agli altri. Ero sempre gentile, disponibile, a volte non dicevo fino in fondo quello che pensavo per non ferire o per non deludere.
Cercavo di non essere troppo e neanche troppo poco, insomma mi autocensuravo e mi preoccupavo enormemente di ciò che pensavano gli altri di me. Questo mi portava a credere che le persone avrebbero instaurato dei rapporti sinceri nei miei confronti e mi creavo aspettative sui loro comportamenti che venivano puntualmente deluse.
Ebbene sì, ero proprio sul binario sbagliato. E ti dirò che è andata avanti per molto tempo.
Sia come forma mentis che come atteggiamento verso gli altri.
Sarà capitato anche a te, a volte anche inconsciamente, di crearti aspettative sugli altri, ma anche su situazioni ed eventi che non controllavi tu al 100%, ma in cui avevi riposto molte speranze.
La parola aspettativa a braccetto con meritare
Fare quel lavoro, avere quella promozione, avere quei voti all’Università perché ti eri impegnato, perché lo volevi, perché lo meritavi.
Ecco la parola aspettativa spesso nella mia testa è andata a braccetto con la parola meritare. Più pensavo di meritarlo più mi aspettavo che una determinata cosa succedesse.
Ma puntualmente, indovina? Non andava come avrei voluto, o come pensavo appunto di meritare.
Perché la vita è ciò che ti succede mentre tu fai altri piani. Eh già se fosse tutto così lineare che gusto ci sarebbe?
Ora che sono un po’ più grande posso dirti con tutta sincerità che la parola aspettativa è stata bandita dal mio vocabolario.
Come ho cambiato attitudine e vivo meglio
Coltivo i rapporti che mi fanno bene, con persone che mi fanno crescere e mi ispirano, o che anche solo con la loro compagnia mi regalano momenti piacevoli. E mi comporto nel modo più naturale possibile. Non obbligo – nel senso più ampio del termine – a starmi vicino solo perché credo di “meritarlo” per aver compiuto delle azioni nei suoi confronti e allo stesso tempo anche io preferisco che gli altri non abbiano aspettative su di me. Se le cose devono accadere, accadranno con spontaneità.
Ora vivo i rapporti con naturalezza, con semplicità e così anche gli eventi e le cose che mi accadono, cerco di non buttarmi mai troppo giù e neanche sentirmi troppo in alto.
Rimango sempre centrata, per non perdere l’equilibrio, o almeno ci provo. Occorre esercitarsi molto e spesso si sbaglia. Ma ogni giorno si può riprovare e ricominciare.
A volte basta cambiare prospettiva, smettere di crearsi aspettative e comportarsi sempre al meglio delle proprie possibilità, qualcosa di buono indietro tornerà sempre.
Un passo alla volta ma si può fare già tanta differenza.
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